A mia madre
M’inseguivi
tra gli scogli,
madre,
là
dove il mare s’infrangeva
insieme ai tuoi sogni di donna
nel chiuso
di sacri orizzonti.
Mi pascevi a piedi nudi
rincorrendo
la mia sete d’infinito
che dal tuo seno
mi scorreva nell’anima.
Ti ho visto nuotare
madre
e ti ho vista andare
un giorno d'aprile.
Ti ho vista su placide acque
o con potenti bracciate stanche
affrontare
marosi d’amarezza.
Ricordo
Il tuo sguardo infelice
volto sempre
a ponente
verso bianche case di pietra
piene di vita e di voci amiche,
verso la nostra Marettimo,
verso immobili scogli
ridenti pacatamente al sole,
verso il monte
dove il falcone difende il suo nido.
M’inseguivi
Tra viuzze assolate,
madre,
e lento
è caduto improvviso il tuo passo
tra strade lontane
che ti hanno ammalato l’anima.
Mi manca
Il tuo abbraccio di madre
che sapeva sempre di cielo.
Mi manca
il tuo cibo di mare
che sapeva sempre di nido.
La tua anima mi manca,
madre,
e il tuo canto…
che planava sempre
tra gabbiani lontani.
Chiasso, 26 settembre 2018