Il cuore ferito
(past. Giuseppe La Torre)
Padre Celeste, inizia un nuovo cammino
sul mio sentiero:
sono debole e stanco,
ma non lo sono la mia mente
né la mia anima.
Il mio cuore ha ceduto,
non ha retto agli sforzi e ai pesi
cui l’ho sottoposto.
Ha gridato di dolore nel mio petto
graffiato di angoscia e di crucci
per i suoi richiami che ho trascurato per anni.
Quando fitte di dolore lo hanno avvolto
Tu mi hai dato sostegno e coraggio
e mi sono adagiato sereno
nelle Tue mani.
Ma mentre i miei cari
erano in trepidazione,
bravi medici, delicate infermiere
e premurosi infermieri
hanno lottato tempestivamente per me
contro la morte…
e hanno vinto.
Loro sono angeli di vita
che hai posto sul mio cammino.
A Betlemme loro non c’erano
e attorno al mio letto
non ho sentito cori angelici lodare l’Altissimo
ma una calma concitazione
nel turbinio del tempo che sfuggiva.
Non ho sentito il battito delle loro ali,
ma il tocco delle loro mani:
mani calde, premurose, competenti…
e poi la salvezza!
Il mio cuore ora è ferito,
ma Ti prego,
ora che lo sento fragile,
guariscilo soprattutto dai traumi
che gli provocano turbamenti
e da quelle ferite che lo hanno fiaccato
lungo anni di lotte e di tensioni.
Guarisci le ferite dei miei ricordi,
affinché nel mio cuore
non vi siano solchi di dolore né di rancore,
ma guarisci anche quelle ferite interiori
che potrebbero rendermi incapace di perdonare.
Questo io ti chiedo mio Signore.
Ma Ti prego,
purifica il mio cuore
e versa su di esso
il balsamo dell’umiltà e della mitezza.
Semina serenità e quiete
nei solchi lasciati dal dolore
per la morte delle persone care.
Semina nel mio cuore
pace e gioia per la certezza che
ora e sempre
Tu sei risurrezione e vita:
“Infatti per me il vivere è Cristo
e il morire guadagno” (Filippesi 1,21).
Amen
Lavena Ponte Tresa, 30 settembre 2024