Quando la tempesta mi coglie 

(Giuseppe La Torre, leggendo un testo di Dietrich Bonhoeffer [1])

Quando la tempesta mi coglie     
 con tutta la sua forza
il fulmine mi colpisce                                   
e sembra vicina l’ora del naufragio
mentre sento trafiggermi i chiodi
dell’afflizione e della delusione,
io grido a Te, mio Signore,
perché mi sembri lontano e inetto
anche Tu impreparato alla mia tempesta
e a quelle del nostro mondo ancora in croce.
Eppure so che
là dove tutte le altre sicurezze
s’infrangono e crollano
e tutti i puntelli che reggevano la mia esistenza
sono rovinati uno dopo altro,
proprio là dove ho dovuto imparare a rinunciare
ecco che si realizza
la Tua dolce amorevole presenza,
mio Dio,
perché in silenzio stai per intervenire,

per darmi sostegno e forza…

Io lo so!
So che Tu sei sempre stato e sempre sarai
Il distruttore delle mie certezze.
Tu lasci che il naufragio accada
e che il fulmine mi colpisca
ma l’abisso non mi inghiottirà,
mio Dio,
perché la tempesta mi ributterà su di Te,
su incontaminate spiagge sconosciute
di una nuova terra.
Anche se nel momento della prova dimentico,
io so che quando si lascia andare tutto,
quando si perde e si abbandona ogni sicurezza,
ecco che allora si è veramente liberi per Te,
mio Dio,
totalmente arresi e al sicuri in Te.
Nelle tempeste della tribolazione e della tentazione,
nelle tempeste della mia vita
e di quelle del nostro mondo
Tu sei sempre vicino, non lontano,
mio Do,
come quando quel giorno
fosti vicino non lontano dalla croce.

Quel giorno l’ultima parola fu la Tua…

Fu una sconosciuta parola di misericordia aperta alla vita…

E di quella stessa parola ne sento il gorgoglio in me!

Amen

 

Ponte Tresa, 21 settembre 2024

 

[1] Dietrich Bonhoeffer, Voglio vivere questi giorni con voi, (a cura di M. Weber), Editrice Queriniana, Brescia 2007, pag. 37.