Genesi 1, 1-8
In Principio...
Come ogni anno, abbiamo festeggiato l’inizio del nuovo anno, con i soliti auguri convenevoli. Come per i compleanni, più si va avanti negli anni meno voglia si ha di festeggiarli. La paura o la preoccupazione o la certezza e che ogni anno potrebbe essere l’ultimo della nostra vita.
Anche chi ritiene di possedere una profonda fede in Dio a volte si rivolge la domanda : «Cosa ne sarà di noi dopo la morte?». Finiremo come tutto finisce? Risusciteremo come Cristo è risuscitato?
La risposta dipende molto dal concetto che noi ci siamo fatta su Dio, sul Cristo e su di noi. A gennaio la chiesa cristiana ricorda e festeggia il battesimo di Gesù: il giorno dell’Epifania per gli ortodossi e la domenica successiva per i latini. La domanda che si cela dietro queste feste è: «Chi è Gesù?».
Se me lo consentirete avvierò con voi una serie di riflessioni su questo tema lasciandoci guidare dalle riflessioni che ci ha lasciato l’autore del Vangelo di Giovanni. Non sarà un percorso facile!
Tutti credo conosciamo l’inizio della Bibbia (Genesi 1, 1-5)
1 In principio
Dio creò il cielo e la terra.
2 Ora la terra era informe e deserta e le tenebre ricoprivano l'abisso
e lo spirito di Dio aleggiava sulle acque.
3 Dio disse: «Sia la luce!».
E la luce fu.
4 Dio vide che la luce era cosa buona e separò la luce dalle tenebre
5 e chiamò la luce giorno e le tenebre notte.
E fu sera e fu mattina: primo giorno.
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Quanto è durato questo primo giorno della creazione?
Non sappiamo: perché non c’era né il tempo per poter misurare, dato che il sole e la luna saranno creati dopo, né lo spazio, perché la terra non esisteva, era senza vita e senza forma.
Una cosa è chiara: la vita fu avviata in una dimensione in cui non c’era né tempo né spazio, proprio come il concetto di Dio che generalmente ci raffiguriamo, perché Dio non può vivere nel tempo, dato che è eterno, né nello spazio, dato che è infinito.
La Bibbia parla dello spirito di Dio che aleggiava sulle acque?... Ma dov’erano raccolte queste acque se la terra non aveva forma?
C’è chi traduce il versetto “lo spirito di Dio aleggiava sulle acque” con “un vento impetuoso soffiava su tutte le acque”, oppure con “lo Spirito aleggiava sulle acque come una chioccia accovacciata su un nido di uova dalle quali deve emergere la vita”. Potrebbero sembrarci bizzarre queste traduzioni, ma in realtà vorrebbero esprimere ciò che voleva probabilmente esprimere l’autore biblico del racconto della creazione. In realtà l’autore biblico potrebbe aver intuito un enorme vortice che prima che esistesse il cosmo avvolgeva tutto e mischiava tutto. Non c’era ordine, non c’erano relazioni, non c’erano interconnessioni… non c’era vita!... ma la vita “covava” in Dio.
…
Questo è chiaramente un mito. Parlare di miti nella Bibbia infastidisce molto, ma il mito è altro che una realtà ancestrale di cui l’uomo non conosce le più recondite profondità: come nasce il mondo, come nasce la vita, perché moriamo, perché siamo diversi dagli animali, da dove veniamo, verso dove andiamo… tutti miti raccolti in racconti che l’umanità fin dal suo sorgere ha prima raccontato e poi tramandato per iscritto. Essi nascondono una domanda di cui non si conosce la risposta… ma che s’intuisce e di cui, in un certo senso, si percepisce la verità inesprimibile più profonda.
Cosa c’era quando tutto è iniziato?...
Per rispondere a questa domanda prima l’uomo usava la fantasia, mentre da qualche secolo usa la scienza. Non ci sono risposte definitive, ma oggi c’è più chiarezza! Dopo Galileo, Darwin e Newton le antiche verità dei miti non reggono più e non si può tornare ad esse! Comprese quelle bibliche ad esse legate!
Il salmista afferma di Dio “mille anni agli occhi tuoi sono come il giorno di ieri che è passato” (Salmo 90/91,4).
La Bibbia afferma che “in principio” c’era l’Essere Unico di Dio, e questo Essere fu il fondamento di ogni altra cosa esistente, da Esso venne la vita come dalla deflagrazione di una primordiale energia vitale, espresso dal libro della Genesi con l’esplosiva Parola divina che irruppe nel cosmo: “Sia la Luce!... E la Luce fu”.
Allo stesso modo inizia il Vangelo di Giovanni, che volutamente usa le stesse parole iniziali del Libro della Genesi: “In principio…”.
1 In principio
era la Parola, e la Parola era presso Dio e la Parola era Dio.
2 Era, in principio, presso Dio:
3 tutto è stato fatto per mezzo di Essa
e senza di Essa nulla è stato fatto di ciò che esiste.
4 In Essa era la vita e la vita era la luce degli uomini;
5 la luce splende nelle tenebre e le tenebre non l'hanno vinta.
A questa espressione fa eco la Lettera di Giovanni quando dice “Dio è Luce!” che risuona nel credo della Chiesa cristiana quando afferma “Dio da Dio, Luce da Luce, Dio Vero da Dio Vero, generato non creato, della stessa sostanza del Padre”.
La visione cosmica di Giovanni che abbiamo letto, il riassunto di tutto, che egli scrive alla fine della sua vita e pone all'inizio del suo splendido Vangelo, ci danno la direzione che deve prendere la riflessione cristiana, perché avessimo una visione di Dio che ebbe Gesù e che predicavano gli apostoli e perché comprendessimo appieno chi realmente è Gesù: il Messia, che Giovanni definisce all’inizio del Vangelo “la Parola”, quella prima Parola, quel bagliore iniziale, da cui nacque tutto!
Quella Parola, che uscì da Dio, cominciò a dare forma al mondo.
…
La vita è un processo biologico i cui presupposti, come inconsapevolmente afferma il mito della creazione, avvenne al di fuori del tempo. Ancora oggi, purtroppo, tanti non sanno dare alla scienza ciò che è della scienza e alla Bibbia ciò che è della Bibbia.
Leggiamo ancora nel Libro della Genesi
6 Dio disse: «Sia un firmamento in mezzo alle acque per separare le acque dalle acque».
7 Dio fece il firmamento e separò le acque che sono sotto il firmamento dalle acque che sono sopra il firmamento. E così avvenne.
8 Dio chiamò il firmamento cielo. E fu sera e fu mattina: secondo giorno.
Siamo ancora al di fuori del tempo: nella formazione del tempo, dello spazio e del cosmo: non vi sono ancora il sole e la luna per scandire il tempo. Quella Parola sorta da Dio cominciò a dare forma al cosmo.
Non intendo riferire come avvenne con certezza la formazione dell’intero cosmo, gli odierni astrofisici e biologi ne sanno molto di più dell’autore biblico del mito della creazione, ma ciò che lascia ancora nel dubbio gli astrofisici e i biologi di oggi, probabilmente non quelli di domani, è di come accadde l’inizio.
Ancora oggi, l'interpretazione sulle origini dell'universo è una questione al confine tra scienza e filosofia. La possibilità di una validazione empirica delle varie ipotesi risulta ancora ardua se non impossibile. È la stessa scienza ad affermarlo.
Quello che interessa a noi, che leggiamo la Bibbia, ma che allo stesso tempo siamo attenti ai risultati scientifici raggiunti dall’uomo, è che l’autore biblico della nascita dell’universo attribuisce alla “Parola” di Dio un enorme energia vitale, considerandola, allo stesso tempo, separata da Dio, dato che uscì da Lui, ma appartenente all’Essenza stessa di Dio.
Per la scienza la fonte della vita è ancora avvolta negli abissi dell’ignoto, ma ha raggiunto dati sufficienti per sostenere che il cosmo ebbe inizio tra i tredici e i quattordici miliardi di anni fa’.
Era tutta materia inanimata, elementi chimici, elementi solidi avviati certamente da un’energia vitale che si è evoluta forse nella nuova fase di un processo precedente, ma di cui possiamo arrivare a conoscere forse la fase ultima di cui anche noi esseri umani ne siamo parte.
La terra, neppure un granellino di sabbia davanti all’immensità del cosmo, pare sia nata appena dieci miliari di anni dopo, fra i tre e i quattro miliardi di anni fa’, quando si è formato il nostro sistema solare. La terra era “informe e vuota” proprio come afferma chi ha scritto il libro della Genesi. Essa era bombardata da asteroidi e corpi celesti ed assunse la sua forma nel giro elicoidale attorno al sole.
Il primo essere vivente è apparso sulla terra nell’ultimo miliardo di anni del suo ciclo di formazione, circa ottocento milioni di anni fa…
Ma il primo essere vivente non era un essere umano! La stessa Bibbia afferma che prima dell’uomo il cosmo fu popolato dagli astri e la terra da molte specie di esseri viventi.
Ciò che la Bibbia non dice, ma che noi sappiamo è che le prime cellule viventi produssero qualcosa chiamato “ossigeno” permettendo così la possibilità della vita ad organismi futuri su questo pianeta.
L’ossigeno non è innato nell’atmosfera: è il dono di un’energia vitale proveniente dai primi esseri viventi monocellulari che per miliardi di anni hanno dato origine alla vita pompando ossigeno nell’atmosfera terrestre fino a costituirne il 20% e costituendo il punto “alfa”, l’inizio della vita.
Oggi la scienza ci dice che la stessa materia, che compone le stelle e i pianeti del cosmo conosciuto, costituisce la materia del corpo animale, essere umano compreso, e forse della stessa mente umana. Oggi sappiamo che tutta la materia dell’universo, che costituisce anche il nostro corpo, è interconnessa. La vita dell’essere umano non è solo imparentata con le scimmie antropomorfe, ma anche con i vegetali e con lo stesso plancton marino. Uno stesso DNA scorre attraverso tutti gli esseri viventi.
La legge dell’universo sembra esser di profonda e unitaria interrelazione fra tutto ciò che compone il cosmo intero!
Io sono credente in Dio e Gesù Cristo è il mio Signore. Non rinnego nessuno dei dogmi della Chiesa cristiana, ma allo stesso tempo sono consapevole che essi sono stati elaborati in un contesto culturale che non appartiene più all’umanità di oggi.
Leggo ancora con passione la Bibbia più di quanto non facessi all’inizio del mio cammino di fede, ma allo stesso tempo sono consapevole che essa è stata tramandata, composta e redatta in ambienti geografici, culturali e intellettuali superati dall’umanità di oggi!
Intanto, con l’umanità di oggi, di cui faccio parte, posso serenamente affermare, senza che la mia fede ne sia minimamente scossa, che grazie ad una energia vitale vi fu l’inizio di quel processo evolutivo che dalla formazione di organismi monocellulari, il loro successivo fondersi e specializzarsi giunge fino all’umanità e attraversa la formazione dell’essere umano.
Lo attraversa: non è detto che si concluda con esso!
Agli esseri umani ci piace pensare che siamo stati creati da un atto d’amore di Dio, come ognuno è il prodotto di un atto di amore, normalmente, di un uomo e di una donna. In realtà, siamo il prodotto delle leggi infinite delle probabilità, apparentemente senza un fine o uno scopo.
Pensiamo a quando ci siamo innamorati o a quando si sono innamorati i nostri genitori, pensiamo ai milioni di spermatozoi e all’ovulo materno che ne lascia passare uno solo. Siamo frutto del caso sia nel micro cosmo come nel macrocosmo.
Questa è la vita!...
Questo è il dinamismo della vita!
È un dato che, prima che comparisse l’uomo sulla terra circa 65 milioni di anni fa, si verificò sulla terra un evento di proporzioni catastrofiche, sulla cui esatta natura la scienza ancora non ha chiarezza. La teoria prevalente è che la terra abbia subito l’impatto di un asteroide o di una cometa di proporzioni gigantesche che ha coperto di polvere e di detriti l’atmosfera e cambiato radicalmente il clima, alterando forse, per un periodo, la stessa orbita terrestre.
Comunque sia avvenuto e di qualsiasi natura sia stato tale evento, esso ha stravolto la vita sulla terra estinguendo i dinosauri e ponendo fine al predominio dei rettili sulla terra. Tale evento però non pose fine alla vita, ma permise ai mammiferi di avere l’opportunità della vita e di popolare la terra.
Non vennero subito delle mucche grasse come quelle uscite dal Nilo nel sogno del Faraone, né un bello e caruccio esemplare di scimpanzé, ma un esserino peloso simile a un topo, in quella che oggi è l’Africa orientale, è il progenitore dell’homo sapiens. Ci può pure fare ribrezzo… tuttavia noi ne siamo i suoi diretti discendenti, grazie ad una casuale collisione planetaria.
Siamo frutto della casualità! Come l’incontro con la persona di cui ci siamo innamorati è stato puro e semplice frutto di causalità!
Eppure… in quello che noi chiamiamo “il caso” o, a volte, “il destino”… chi ci dice che non vi sia dietro un logos, come lo chiamavano i filosofi greci, un’intelligenza superiore che tutto coordina in un grande progetto di vita e di amore?... Come dalla casualità che è nato il nostro amore per una persona… ma che comunque è nato e ha portato vita alla nostra vita e ci ha fatto conoscere e sperimentare l’amore, per breve tempo o per lungo tempo: un amore comunque vissuto!
…
Se noi guardiamo alla nostra vita e alle tante casualità che l’hanno attraversata, ci rendiamo conto che l’abbiamo compresa solo guadando indietro. Quante tragedie, cambiamenti dolorosi o incontri fortuiti ci sino sembrati ingiusti o inutili, ma che poi si sono rivelati invece essenziali nella nostra vita?
Mentre Dio può non essere soggetto al cambiamento, la percezione umana di Dio lo è!
La stessa storia, perfino la storia della Bibbia, è la storia del cambiamento incessante della percezione umana di Dio. È la storia che va dalla percezione del feroce Dio tribale che annega gli egiziani nel Mar Rosso per salvare la sua tribù, che fa morire i primogeniti dei nemici e salva quelli del suo popolo la notte di Pasqua, che arresta perfino il sole per permettere a Giosué di finire di sterminare l’esercito nemico, che dice a Samuele di ordinare al re Saul di sterminare gli ameleciti… si passerà al profeta Malachia in cui si vuole che le spade vengano trasformate in vomeri fino all’insegnamento di Gesù di amare i propri nemici…
Più cambiamento di così?...
È un lungo viaggio, difficile, fastidioso… ma che può corrispondere al cammino della fede, alla percezione della “Parola di Dio”, che ad un certo punto fu percepita come catturata nella Torah (il Pentateuco), nelle tavole date da Dio a Mosè sul Sinai. Quando questa parola fu però imbavagliata dalla religione del tempio, che divenne la casa di Dio, controllata però dalla monarchia d’Israele, allora la Parola di Dio fu data ai profeti, cui il popolo non dava ascolto non riuscendo a vedere in essi la presenza di Dio.
Conclusosi il ministero profetico ecco che, al popolo sconfitto e prigionieri dei pagani a Babilonia, la Bibbia comincia a dare la speranza del Messia, Colui che farà rifiorire la vita riprendendo le stesse immagini del racconto della creazione. Scrive il profeta Isaia (35, 1ss):
«Il deserto e la terra arida si rallegrino, la steppa fiorisca ed esulti! Si copriranno con fiori di campo, canteranno e grideranno di gioia; (...) Allora i ciechi riacquisteranno la vista e i sordi udranno di nuovo. Allora lo zoppo salterà come un cervo, e il muto griderà di gioia. Nel deserto scaturirà una sorgente, e scorreranno fiumi nella steppa».
In quella Parola, che nel principio era con Dio, i cristiani vi abbiamo visto Dio stesso: come scrive Giovanni (1,9-14)
«Veniva nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo. Era nel mondo e il mondo è stato fatto per mezzo di lui; eppure il mondo non lo ha riconosciuto. Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto. A quanti però lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali, non da sangue né da volere di carne né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati. E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità».
La maggioranza di noi abbiamo ricevuto il battesimo da neonati: i nostri genitori (più o meno coscientemente!) hanno voluto donarci tutto il loro cuore e, appena nati, affidarci a Cristo. Purtroppo, però, l’esperienza fisica sensibile (non quella teologica) è rimasta sepolta nel passato e non abbiamo coscienza di ciò che è accaduto col battesimo, nelle nostre profondità interiori.
Col battesimo, c’insegna la Scrittura, siamo diventati figli di Dio, concittadini dei santi e liberi di amare. Con l’aiuto del Cristo possiamo imparare ad amare come Egli ha amato. Ricordandoci del nostro battesimo, delle nostre “origini”, Sarebbe bello riprendere la nostra vita consueta, le attività, la scuola, il lavoro... ma con la consapevolezza di portare in il seme della presenza di Dio: un seme che – come l’amore – va custodito, curato, innaffiato. Come ogni seme, la nostra vita bucherà la terra in cui è stato riposto e slanciandosi verso l’alto sorgerà ed evolverà in una vita “altra”!
Past. Giuseppe La Torre